QUARESIMA DI CARITÀ

 

La provocazione del dolore innocente sarà una commozione che convocherà tutte le persone di buona volontà, tutte le religioni, tutte le sensibilità a offrire la consolazione invocata?

L’urgenza di portare soccorso convincerà gli avversari a stringersi la mano, gli indifferenti a forme inedite di generosità?

L’invocazione di aiuto sarà la voce che potrà finalmente convincere a trasformare le armi di distruzione in mezzi per la ricostruzione? Si potrà comprendere a che cosa servano l’efficienza organizzativa, la disponibilità di soldi e di beni, le competenze in ogni disciplina?

Il momento orribile e la desolazione angosciante stanno davanti a noi e provocano la nostra fede, la nostra intelligenza e la nostra sensibilità.

Lo Spirito di Dio ci insegna a pregare, ci dà ragioni per la generosità sollecitata da molti, ci induce a parlare, a sperare, a pretendere che una nuova solidarietà unisca i popoli, a lasciarci istruire da una nuova sapienza che orienti a pensieri di pace.

Lo Spirito di Dio infonda un intenso timor di Dio che provochi nell’umanità tutta la vergogna per la follia della guerra, per il puntiglio delle contrapposizioni e per la stupidità dello sperpero.

Una riflessione di mons. Delpini sul dramma del terremoto

 

 

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