IL VISSUTO DA NON SPRECARE

 

Carissimi,

la comprensibile fretta di tornare a una certa normalità rischia di farci dimenticare velocemente la lezione ricevuta da questo tempo di pandemia.

Ho trovato molto interessanti queste parole di mons. Beschi, vescovo di Bergamo tratte dalla sua lettera pastorale; le condivido con voi.

 

Se ci siamo proposti di non sprecare i vissuti dolorosi e solidali sperimentati durante la pandemia, tanto più non vorremmo disperdere la ricchezza dei vissuti familiari: mentre piangiamo quello e soprattutto quelli che abbiamo perduto, riconosciamo il patrimonio accumulato in ciò che abbiamo donato e ricevuto in quei mesi.

La caratteristica di questo patrimonio non consiste negli eventi straordinari, luminosi o dolorosi, che contrassegnano la vita di quasi tutte le famiglie. Si tratta piuttosto di riconoscere la ricchezza della vita quotidiana, con i gesti, le parole, i sentimenti e le convinzioni che la caratterizzano e spesso si ripetono ogni giorno, senza che ce ne accorgiamo. 

Mi piacerebbe che le nostre parrocchie, tutt’altro che estranee a questa dimensione quotidiana della vita, fossero sempre più capaci di riconoscere questo patrimonio familiare e soprattutto di riconoscervi la presenza e l’azione di Dio, del Signore Crocifisso e Risorto, del suo Spirito. 

Questo sguardo illuminato e simpatico, alimenta la meraviglia, la riconoscenza, la speranza, spesso mescolate alla sofferenza, alla passione, alla preghiera, alla consapevolezza della necessità di darci una mano gli uni gli altri, non solo nei momenti eccezionali, ma nella realtà ordinaria. 

 

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