ASPETTARE, STANDO DENTRO


Carissimi.

ormai si vedono dappertutto: fuori dalle farmacie e dai panettieri, fuori dalle banche e dalla posta, fuori dalle edicole e dai bar; sono le file delle persone che aspettano il loro turno per entrare stando fuori. Anche a me è capitato più volte di aspettare fuori; la cosa che mi ha colpito è stata una strana solidarietà con chi era fuori ad aspettare con me. Mi è sempre capitato di iniziare a parlare con chi era prima o dopo di me. Qualche lamentela, un po’ di sano umorismo per superare i disagi, qualche parola sui problemi della situazione attuale. Qualunque sia l’argomento, il parlare con chi aspetta con te ti fa capire che non stai aspettando da solo.

Tutti insieme stiamo aspettando la fine di questa pandemia; il desiderio di normalità ci accomuna tutti, solo che questa volta non possiamo aspettare stando fuori. Ci siamo dentro tutti, segnati in modo diverso da questo virus, ma tutti ugualmente presi dalle fatiche, dalla paura e dalla speranza.

Si sta avvicinando Pasqua e mi piace pensare che la stiamo aspettando insieme (anche l’anno scorso, benché chiusi nelle nostre case, l’abbiamo aspettata insieme). La Pasqua la si aspetta insieme, la si celebra insieme. In tutto il mondo la luce di Cristo Risorto abbraccia chi si fida di Dio e unisce tutti i credenti con la forza dell’Amore che salva. Ma non si aspetta la Pasqua stando fuori. Maria di Magdala al sepolcro piangeva stando fuori; fu solo quando si chinò come per entrare nel sepolcro che scoprì la gioia della risurrezione. Anche a noi oggi è chiesto di aspettare la Pasqua stando dentro, coinvolti dalla vicenda del Crocifisso e da tutte le croci della storia, pronti a lasciarci sorprendere dalla luce della vita nuova che arriva dal sepolcro.

Don Marco

 

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