MESSAGGIO PER LA FESTA DEGLI ORATORI

 

Perché hai preso le scarpe?

[…] Ci sono quelli che prendono le scarpe perché hanno ricevuto una promessa, una specie di chiamata e si affrettano a procurarsi quello che serve per non perdere l’occasione: è stata organizzata la conquista di una vetta e sanno di essere attesi; sono stati convocati per una partita e vogliono far parte della squadra.

L’oratorio rivolge un invito a mettersi in cammino. Fai parte di una squadra, sei atteso e apprezzato. Procurati le scarpe. Cioè non perdere l’occasione per essere dei nostri: una impresa affascinante ci aspetta.

Dov’è la mèta?

Ci sono anche quelli che corrono per tenersi in esercizio: non vanno da nessuna parte. Però ogni giorno dedicano del tempo a correre. Più o meno sempre lo stesso percorso, più o meno lo stesso tempo. Più o meno la stessa gente. Poi, a un certo punto si stancano e lasciano perdere: perché poi dovrei fare tutti i giorni questa fatica?

Ci sono quelli che corrono per allenarsi. Fanno esercizi e movimenti talora un po’ bizzarri. Si stancano, talora si innervosiscono perché l’allenatore ha pretese e non risparmia rimproveri. Accettano però la fatica. Si preparano alla partita o alla corsa o al concorso. Ma, se dopo tanto allenamento non sono convocati, si arrabbiano e hanno l’impressione di aver perso tempo: l’allenamento non è servito a niente!

Ci sono quelli che corrono perché hanno una meta, un luogo in cui sanno di essere attesi, non vogliono arrivare tardi alla festa. La meta non è un risultato; la meta non è un successo; la meta è dove è bello stare, l’amicizia che merita di essere coltivata, la vita che merita di essere vissuta, il bene di cui si può essere fieri, la salvezza desiderata, dove si può riposare, vivere felici. 


Mons M. Delpini, Arcivescovo di Milano

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