SEI CERTO CHE NE SIANO DEGNI?

 

Carissimi,

la domanda che ho messo come titolo è la domanda che il vescovo di una diocesi pone al rettore del seminario durante la celebrazione delle ordinazioni.

Ma è anche la domanda che mi pongo, e con me tantissime persone, ogni volta che sto per ricevere il corpo e il sangue di Cristo. Ne siamo davvero degni?

Davvero ci meritiamo il dono della comunione eucaristica?

Verrebbe da rispondere immediatamente di no; ognuno di noi quando si avvicina all’altare sa di non essere perfettamente puro. Ma è proprio per questo che l’uomo ha bisogno di nutrirsi del corpo di Cristo: per avere la forza di camminare sulla via del Vangelo, per essere guarito dalle proprie fragilità, per assomigliare di più al Signore. E questo non accade per merito nostro, ma per grazia.

La liturgia intercetta con sapienza, il nostro timore e, quando il sacerdote ci ricorda quanto siamo fortunati ad essere invitati alla cena del Signore e, alzando l’ostia, ci mostra l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, ci invita a rispondere in questo modo: «O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato».

La meraviglia per il dono immenso della comunione si fonde con l’umile riconoscimento della nostra indegnità e della nostra inadeguatezza, ma anche con la certezza che a Dio basta dire una parola per salvarci. È una parola semplice che, un attimo prima di consegnarci il dono dell’Eucaristia, il Signore sussurra al nostro cuore: «Io ti amo».

È la certezza di San Paolo che ci ricorda che nulla potrà mai separarci dall’Amore di Cristo.


Don Marco

 

 

 

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