Non di solo pane vive l’uomo

Non di solo pane vive l’uomo”. Con questa frase del vangelo la Santa Sede ha aperto il suo padiglione all’EXPO che si è da poco inaugurato a Milano. Il tema del cibo è fondamentale per la vita dell’uomo, perché in esso convergono dinamiche che toccano tutti gli aspetti dell’esistenza.

Oggi nella nostra comunità viviamo una delle giornate più belle della vita parrocchiale: la Messa di Prima Comunione di 41 ragazzi.

Ma che cosa riceveranno? Dal punto di vista sensitivo e visivo, molto poco, “quasi” niente: un pezzo di pane, che nemmeno lo sembra. Nutrimento inefficace e inutile per saziare la vita e la fame di ragazzi in crescita!

Ma sappiamo bene che così non è, altrimenti non ci daremmo da fare così tanto e non vivremmo questa giornata come una delle feste più belle. Ma nemmeno possiamo dire che diamo a questi ragazzi in crescita, un “simbolo”. Suggestivo, magari anche commovente, ma pur sempre qualcosa che non incide dentro e passa. Con la crescita lo metteranno nel cassetto dei ricordi (“belli”, speriamo!), del dimenticatoio o del rifiuto.

Sappiamo benissimo cosa ricevono per la prima volta i nostri ragazzi! Lo diremo con chiarezza: “Il Corpo di Cristo”. Il Figlio di Dio, il Salvatore dell’umanità, il Giudice della misericordia, l’amico insostituibile, il compagno di viaggio, il senso della vita, il valore più alto per il quale essere disposti a vivere e morire.

Dentro al “segno povero” del pane, ci sta tutta la grandezza della divinità. Dio in un pezzo di pane si mette nelle nostre mani e nella mani dei nostri ragazzi.

Ho letto con stupore che un “filibustiere” con Napoleone, riteneva il giorno della Prima Comunione come il giorno più bello della sua vita.

Speriamo, per i nostri ragazzi, in una maggiore coerenza.

dS


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