Un nuovo Umanesimo


Alcuni stralci del discorso alla Città di Milano del Card. Angelo Scola

  • I cristiani non possono disertare il compito di offrire un contributo all’edificazione della vita buona nella società plurale centrato su un nuovo umanesimo, anzitutto perché membri, a tutti gli effetti, della famiglia umana. Ma ancora di più perché sono seguaci di un Dio incarnato che ha assunto la condizione umana non solo per indicarci il destino di amore definitivo che ci attende dopo la morte ma, e proprio in vista di questo destino, per accompagnarci nel nostro quotidiano cammino su questa terra. (…)

  • Guardando la nostra storia possiamo parlare di un autentico umanesimo della responsabilità: piedi per terra e sguardo volto al cielo. (…) 

  • I decenni trascorsi ci lasciano in eredità una oggettiva situazione di grave frammentazione. Milano e le sue terre sono alla ricerca di una nuova anima, capace di fondere in unità i tanti significativi frammenti di vita buona che nell’area metropolitana si accompagnano a pesanti contraddizioni. Un nuovo umanesimo inizia dall’esistenza di tutti i giorni. I cristiani intendono condividere l’esperienza a loro familiare che l’incontro con Gesù e la vita con Lui nella comunità cristiana rende possibile un modo "conveniente" di amare e generare, di lavorare e di riposare, di educare, di condividere gioie e dolori, di assumere la storia, di accompagnare e prendersi cura della fragilità, di promuovere la libertà e la giustizia... Papa Francesco ha identificato la dimensione sociale di questa testimonianza, parlando del compito di diventare un popolo: «È un lavoro lento e arduo che esige di volersi integrare e di imparare a farlo fino a sviluppare una cultura dell’incontro in una pluriforme armonia» (Evangelii gaudium, n. 220).

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